Teoria della singolarità e filosofia come esercizio di trasformazione.
di Guido Cusinato
E se la singolarità prendesse forma nel trasgredire, nel deviare, nel trascendere, nell’esprimersi? E se all’origine ci fosse la necessità di far fronte all’imprevisto, all’esperienza di una crisi radicale che porta a uscire al di fuori di sé, fino ad arrivare a viversi come una sorpresa? Con «singolarità» Cusinato intende il risultato d’un processo creativo d’individuazione che si concretizza in una forma espressiva unica e irripetibile. Ciò che caratterizza la singolarità non è dunque l’identità d’una sostanza, ma l’unicità d’un percorso espressivo. E tale unicità si costituisce in una conversione (periagoge) del posizionamento nel mondo che porta a far breccia sugli orizzonti del senso comune, fino a inaugurare un nuovo inizio. Una singolarità può essere un’opera d’arte, un gesto, un evento, una persona.
È a partire da questo intreccio fra singolarità, crisi e autotrascendimento che Cusinato delinea una nuova fenomenologia della persona: la persona non è un «centro spirituale» che s’incarna in un corpo e neppure una continuità di stati della coscienza o un’unità assembleare. La persona è piuttosto un ordine del sentire unico e inconfondibile che facendosi contagiare dall’esemplarità altrui viola la propria chiusura operativa. È un sistema non autopoietico che opera sostituendo il paradigma immunitario con quello del prendersi cura del mondo. La crisi del proprio orizzonte d’intrascendenza non è un evento patologico da neutralizzare, ma ciò che permette l’apertura al mondo. Nella persona la fame di nascere (la fame propria di un vivente che non finisce mai di nascere) si fonde così con la cura del desiderio che dà forma alla propria excentricità.
Guido Cusinato insegna Filosofia Teoretica all’Università di Verona, è co-direttore della rivista di filosofia «Thaumàzein» e Presidente della Max-Scheler-Gesellschaft. Tra le sue opere: Katharsis (Napoli 1999), Max Scheler. Il Dio in divenire (Padova 2002), La Totalità incompiuta. Antropologia filosofica e ontologia della persona (Milano 2008); La cura del desiderio (Verona 2012), Person und Selbsttranszendenz. Ekstase und Epochè des Ego als Individuationsprozesse bei Schelling und Scheler (Würzburg 2012).